Il Lazio è una regione amministrativa dell'italia centrale di oltre 5,6 milioni di abitanti (ultime stime ISTAT), con capoluogo Roma. Confina a nord-ovest con la Toscana, a nord con l'Umbria, a nord-est con le Marche a est con l'Abruzzo ed il Molise, a sud-est con la Campania a sud-ovest con il Mar Tirreno. Al suo interno è presente la piccola Enclave della Citta' Del Vaticano.
In epoca antica, si intendeva per Latium il territorio compreso tra il basso corso del fiume Tevere e i Monti Ausoni, nei pressi di Terracina, e gli appennini come limite orientale.
In epoca antica, si intendeva per Latium il territorio compreso tra il basso corso del fiume Tevere e i Monti Ausoni, nei pressi di Terracina, e gli appennini come limite orientale.
GEOGRAFIA:
il Lazio, regione del centro Italia, si colloca sul versante medio-tirrenico e occupa 17.203 km di territorio italiano, estendendosi dagli Appennini al Mar Tirreno. Il territorio presenta caratteristiche fisiche omogenee, anzi si caratterizza per la sua ETEROGENEITA, con prevalenza di zone montuose e collinari; le pianure si trovano più in prossimità della costa.
il Lazio, regione del centro Italia, si colloca sul versante medio-tirrenico e occupa 17.203 km di territorio italiano, estendendosi dagli Appennini al Mar Tirreno. Il territorio presenta caratteristiche fisiche omogenee, anzi si caratterizza per la sua ETEROGENEITA, con prevalenza di zone montuose e collinari; le pianure si trovano più in prossimità della costa.
CLIMA:
il clima della regione, monitorato da oltre 40 stazioni meteorologiche, presenta una notevole variabilità da zona a zona. In generale , lungo la fascia costiera, i valori di temperatura variano tra 9- 10 °C di luglio; le precipitazioni sono piuttosto scarse lungo il tratto costiero settentrionale ( i valori minimi inferiori ai 600 mm annui si registrano nella Maremma nel comune di Montalto di Castro, in prossimità del confine con la Toscana) mentre raggiungono valori attorno ai 1000 mm annui nella zona tra Formia e il confine con la Campania. Procedendo verso l'interno clima si fa via via più continentale e, sui rilievi più alti, di montagna: gli inverni risultano freddi e, specie nelle ore notturne, si possono registrare temperature piuttosto rigide e prossime allo zero e, talvolta, anche inferiori. La provincia più fredda e continentale risulta essere quella di Rieti, seguita da quelle di Frosinone, Viterbo, Roma e Latina. Le precipitazioni aumentano in genere con la quota e sono mediamente distribuite nelle stagioni intermedie e in quella invernale, con un'unica stagione secca, quella estiva: i massimi pluviometrici si registrano nei massicci montuosi posti al confine con l'Abruzzo, maggiormente esposti alle perturbazioni atlantiche, raggiungendo valori anche superiori ai 2000 mm annui. D'inverno le precipitazioni sono in genere nevose dalle quote medie in su; sporadiche nevicate possono raggiungere i Castelli Romani e, in alcune rare occasioni, interessare anche la città di Roma. Con particolare riguardo l'ELIOFANIA, va inoltre segnalato che, tra le città capoluogo di regione, Roma risulta essere quella con il maggior numero di ore di sole e di giornate con cielo sereno nel corso dell'anno. Il 26% e' montuoso, il 54% collinare ed il 20% è pianeggiante.
STORIA:
La storia del Lazio è profondamente segnata dalla Storia di Roma, sia per quello che questa rappresentò per la regione nel suo millenario svolgersi, sia per ciò che questa storia determinò con il consolidarsi del potere temporale della Chiesa Cattolica, anche questo millenario, sia per il significato fortemente simbolico ed ideologico che Roma venne ad esercitare per il Regno d'Italia e il Fascismo, ma anche per la moderna Repubblica Italiana.
La fase storica è testimoniata dalla presenza di diverse popolazioni indo-europee che si stanziarono nell'area laziale sin dal II millennio a.C., tra cui i Latini (da cui secondo alcuni la regione prese il nome). Non solo Latini però, ma anche Sabini, Volsci, Ernici, Equi e Aurunci che in epoche diverse si stanziarono nella zone centro-meridionali del Lazio, mentre nella parte più settentrionale si affermò la presenza degli Etruschi, la cui influenza risultò preponderante almeno fino al V secolo a.C.Dal V secolo a.C. fino al I secolo a.C. la storia del Lazio si identifica sempre più con quella della lotta per il predominio di Roma nei confronti delle altre popolazioni, che piano, piano, verranno assoggettate, ed assimilate all'elemento latino. L'ultimo sussulto di autonomia di queste genti si ebbe con la Guerra sociale Per tutta la durata dell'epoca imperiale romana, il Lazio godette di una situazione di generale tranquillità, interrotta solo da episodiche guerre intestine per la conquista della porpora imperiale. Il suo ruolo di centro dell'impero venne però sempre più ridimensionato, marginalizzato, a favore di altre regioni dell'impero, fino ad arrivare all'episodio della deposizione dell'ultimo imperatore d'occidente, romolo Agustoda parte di Odacre nel 476, a cui si fa riferimento per segnare la fine dell'impero.
Il vuoto di potere nel Lazio, dopo alterne vicende seguenti alla caduta dell'impero, fu riempito dalla presenza della Chiesa Cattolica, le cui vicende determinarono la storia di Roma e della regione fino alla presa di Roma nel 1870.
Da questo momento la storia del Lazio si identifica quasi totalmente con la storia di Roma capitale del Regno d'Italia, con l'eccezione del periodo della grande bonifica delle paludi pontine, una epopea durate un decennio che segnerà la nascita di nuove città, prima tra tutte Littoria, l'odierna Latina, e l'acquisizione di nuove terre produttive alla regione.
La seconda guerra mondiale attraversò la regione, facendole pagare un elevato conto in termini di vite umane, sia militari che civili. Rilevanti, in quest'ottica, furono i feroci combattimenti che si svolsero nelle campagne di Cassino e lo sbarco alleato ad Anzio.
La fase storica è testimoniata dalla presenza di diverse popolazioni indo-europee che si stanziarono nell'area laziale sin dal II millennio a.C., tra cui i Latini (da cui secondo alcuni la regione prese il nome). Non solo Latini però, ma anche Sabini, Volsci, Ernici, Equi e Aurunci che in epoche diverse si stanziarono nella zone centro-meridionali del Lazio, mentre nella parte più settentrionale si affermò la presenza degli Etruschi, la cui influenza risultò preponderante almeno fino al V secolo a.C.Dal V secolo a.C. fino al I secolo a.C. la storia del Lazio si identifica sempre più con quella della lotta per il predominio di Roma nei confronti delle altre popolazioni, che piano, piano, verranno assoggettate, ed assimilate all'elemento latino. L'ultimo sussulto di autonomia di queste genti si ebbe con la Guerra sociale Per tutta la durata dell'epoca imperiale romana, il Lazio godette di una situazione di generale tranquillità, interrotta solo da episodiche guerre intestine per la conquista della porpora imperiale. Il suo ruolo di centro dell'impero venne però sempre più ridimensionato, marginalizzato, a favore di altre regioni dell'impero, fino ad arrivare all'episodio della deposizione dell'ultimo imperatore d'occidente, romolo Agustoda parte di Odacre nel 476, a cui si fa riferimento per segnare la fine dell'impero.
Il vuoto di potere nel Lazio, dopo alterne vicende seguenti alla caduta dell'impero, fu riempito dalla presenza della Chiesa Cattolica, le cui vicende determinarono la storia di Roma e della regione fino alla presa di Roma nel 1870.
Da questo momento la storia del Lazio si identifica quasi totalmente con la storia di Roma capitale del Regno d'Italia, con l'eccezione del periodo della grande bonifica delle paludi pontine, una epopea durate un decennio che segnerà la nascita di nuove città, prima tra tutte Littoria, l'odierna Latina, e l'acquisizione di nuove terre produttive alla regione.
La seconda guerra mondiale attraversò la regione, facendole pagare un elevato conto in termini di vite umane, sia militari che civili. Rilevanti, in quest'ottica, furono i feroci combattimenti che si svolsero nelle campagne di Cassino e lo sbarco alleato ad Anzio.
NATURA:
Il Lazio presenta numerosi parchi riserve e altre aree naturali protette.
Tra questi sicuramente importanti e conosciuti sono i Parchi Nazionali, come il parco nazionale d'Abruzzo , il Parco nazionale del Circeo il Parco nazionale del Gran Sasso e monti della Laga e la riserva naturale regionale Tor Caldara .Accanto a questi, sono state istituite molte aree protette nella Regione, specialmente negli ultimi anni, assecondando e favorendo lo sviluppo di una maggior sensibilità alle problematiche relative alla conservazione del territorio, tra i cittadini.
Tra questi sicuramente importanti e conosciuti sono i Parchi Nazionali, come il parco nazionale d'Abruzzo , il Parco nazionale del Circeo il Parco nazionale del Gran Sasso e monti della Laga e la riserva naturale regionale Tor Caldara .Accanto a questi, sono state istituite molte aree protette nella Regione, specialmente negli ultimi anni, assecondando e favorendo lo sviluppo di una maggior sensibilità alle problematiche relative alla conservazione del territorio, tra i cittadini.
AGRICOLTURA:
Il settore agricolo laziale ha perso l'importanza che ha tradizionalmente avuto fino all'immediato dopoguerra, quando la produzione proveniva essenzialmente da grandi latifondi agricoli.Con riferimento alle coltivazioni legnose, preponderante nel Lazio è quella dell'olivo (86.151 ha coltivati nel 2003 soprattutto in provincia di Roma e di Viterbo), rispetto alla vite (32.605 ha coltivati) e al nocciolo (18.777 ha), diffuso nel viterbese ed in particolare nella zona dei Monti Cimini. Dopo queste tre colture tradizionali si è molto sviluppata quella del Kiwi, soprattutto nella provincia di Latina, tanto che la superficie coltiva è di 6.881 ettari, di poco superiore a quella destinata alla coltura del castagno (6.409 ha).Per quanto riguarda le altre coltivazioni tra i cereali si coltiva soprattutto il frumento duro (87.015 ha di cui oltre 50.000 ha nel viterbese), mais (31.080 ha) e frumento tenero (20.700 ha). Tra le altre colture si producono l'orzo (12.700 ha), le barbabietole da zucchero (5.122 ha soprattutto in provincia di Latina) e l'avena (4.725 ha). Per quanto riguarda le altre coltivazioni tra i cereali si coltiva soprattutto il frumento duro (87.015 ha di cui oltre 50.000 ha nel viterbese), mais (31.080 ha) e frumento tenero (20.700 ha). Tra le altre colture si producono l'orzo (12.700 ha), le barbabietole da zucchero (5.122 ha soprattutto in provincia di Latina) e l'avena (4.725 ha).Nonostante il fenomeno della Transumanza sia molto ridotto rispetto al passato, nel Lazio è ancora presente una forte presenza di allevamenti di ovini (817.092 capi nel 2003 dei quali quasi il 40% nel viterbese) che pongono la regione dietro alla Sardegna e alla Sicilia nell'allevamento di questo capo di bestiame. A seguire si contano circa 380.000 capi di bovini e oltre 100.000 capi di suini. Nel sud della Regione infine, si sta sviluppando fortemente l'allevamento di bufali, che nel 2003 superavano le 70.000 unità.
INDUSTRIA:
Il settore industriale laziale, in rapporto alle regioni maggiormente industrializzate, non ha quasi mai assunto a rilevanza nazionale, caratterizzandosi per la formazione di industrie di medio-piccole dimensioni. Le eccezioni si sono registrate in quelle zone del Lazio dove ha agito la Cassa del Mezzogiorno, dove hanno stabilito impianti anche le grandi imprese multinazionali, presenza che però nell'ultimo periodo è andata regredendo.
SERVIZI:
Il peso dei servizi nella composizione del PIL della regione, risulta superiore nel Lazio rispetto a quanto si verifica in media, globalmente, nelle altre regioni italiane; infatti se i servizi pesano nella produzione del PIL nazionale per 65,6% (dati 2005), nella regione pesano per il 77,5. In pratica oltre 3/4 del PIL del Lazio è prodotto dal settore dei servizi.
Tra questi, oltre il 27% è prodotto dal settore dell'intermediazione finanziaria e dalle attività immobiliari, il 26% dalle attività legate ai trasporti, commercio, alberghi e turismo. L'economia dei servizi legati alla Pubblica Amministrazione pesa per circa l'8%, circa il doppio della media nazionale.
Tra questi, oltre il 27% è prodotto dal settore dell'intermediazione finanziaria e dalle attività immobiliari, il 26% dalle attività legate ai trasporti, commercio, alberghi e turismo. L'economia dei servizi legati alla Pubblica Amministrazione pesa per circa l'8%, circa il doppio della media nazionale.
UNIVERSITA':
Roma rappresenta il maggior polo universitario della regione, avendo qui la sede diverse università, sia pubbliche che private. La più nota, e la più grande per numero di iscritti è la Sapienza Università di Roma, che oltre alle tantissime sedi periferiche a Roma, conta un polo succursale a Latina, uno a Rieti e uno a Viterbo. La seconda università pubblica della capitale, per data di fondazione, è la l'Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", fondata nel 1982, mentre al 1992 risale la fondazione dell'Università degli Studi Roma Tre. La seconda università per anno di fondazione (1939) è la LUMSA. Altri poli universitari a Roma sono l'Università Europea di Roma, la Luiss, San Pio V, e l'IUSM.
Fuori da Roma troviamo l'Università degli studi di Cassino, fondata nel 1979, sulla tradizione umanistica e culturale portata avanti nei secoli dall'abbazia di Montecassino, e l'Università degli Studi della Tuscia a Viterbo, fondata nel 1979.
Fuori da Roma troviamo l'Università degli studi di Cassino, fondata nel 1979, sulla tradizione umanistica e culturale portata avanti nei secoli dall'abbazia di Montecassino, e l'Università degli Studi della Tuscia a Viterbo, fondata nel 1979.
MUSICA:
Nel campo musicale, tradizionale è l'appuntamento per la festa del primo maggio a piazza San Giovanni, dove le organizzazioni sindacali organizzano un concerto musicale dal vivo, a cui partecipano i più popolari interpreti musicali del momento. Dal 2003 si è sempre più andato affermando il Telecomcerto, anche se è mancata l'edizione del 2008.
Un piccolo paese della provincia di Rieti, Poggio Bustone, ha dato i natali al più grande artista della musica leggera italiana: Lucio Battisti.
Nei mesi di luglio e agosto, a Soriano nel Cimino si svolge il Tuscia in Jazz Festival, il più importante evento italiano dedicato al jazz, secondo solo all'Umbria jazz Festival di Perugia. Al Tuscia in Jazz partecipano ogni anno jazzisti provenienti da tutto il mondo, ed in particolare dagli U.S.A..
Un piccolo paese della provincia di Rieti, Poggio Bustone, ha dato i natali al più grande artista della musica leggera italiana: Lucio Battisti.
Nei mesi di luglio e agosto, a Soriano nel Cimino si svolge il Tuscia in Jazz Festival, il più importante evento italiano dedicato al jazz, secondo solo all'Umbria jazz Festival di Perugia. Al Tuscia in Jazz partecipano ogni anno jazzisti provenienti da tutto il mondo, ed in particolare dagli U.S.A..
CINEMATOGRAFIA:
Dal 2006 si tiene a Roma Il Festival Internazionale del Film di Roma (fino al 2008 CINEMA. Festa Internazionale di Roma), un festival cinematografico internazionale, che si tiene presso l'auditorium parco della musica di Roma in autunno.
SPORT:
Tra le manifestazioni sportive una delle più attese è la Maratona di Roma, la più partecipata d'Italia.
A Rieti si tiene annualmente il Meeting Internazionale di Atletica Leggera, uno dei più antichi e prestigiosi d'Italia, a cui partecipano atleti di levatura internazionale, come Asafa Powell che qui vi ha stabilito il record mondiale nei 100 metri, il 9 settembre 2007.
Rieti nel 2007 e nel 2008 ha ospitato, presso il piccolo aeroporto Ciuffelli, i Campionati Mondiali di Volo a Vela. L'ambiente della città laziale è considerato dagli esperti il migliore al mondo per questo sport.
A Rieti si tiene annualmente il Meeting Internazionale di Atletica Leggera, uno dei più antichi e prestigiosi d'Italia, a cui partecipano atleti di levatura internazionale, come Asafa Powell che qui vi ha stabilito il record mondiale nei 100 metri, il 9 settembre 2007.
Rieti nel 2007 e nel 2008 ha ospitato, presso il piccolo aeroporto Ciuffelli, i Campionati Mondiali di Volo a Vela. L'ambiente della città laziale è considerato dagli esperti il migliore al mondo per questo sport.
DIALETTI:
L'uso vivo dei dialetti nel Lazio è sempre più in rarefazione, per quanto riguarda in particolare l'area della provincia di Roma. Al loro posto si sostituisce una variante regionale dell'italiano, caratterizzata dall'affricazione della s davanti a consonante nasale (insomma [ĩn.ˈʦõm.ma]), e dal raddoppiamento della b e della g (abile [ˈab.bi.le], regina [reʤ.ˈʤiː.na]). Diffusissima è l'apocope della sillabe finale della parola (ma' per "mamma", anda' per "andare" ecc.). Nella sintassi si registra l'uso dell'indicativo in dipendenza dei verba putandi ("credo che torna"), nel lessico parole come "pupo", "caciara", "pedalini" "annamo" "giocamo". I dialetti resistono invece nell'uso nelle altre provincie della regione, e in generale dove è meno forte l'influsso linguistico della capitale.
Gruppi dialettali:
I dialetti della regione Lazio sono classificati, tenendo conto la città di Roma che rappresenta una sorta di isola linguistica a se stante, entro cinque aree fondamentali:
Area nord. Corrisponde all'incirca all'attuale Provincia di Viterbo (comunemente detta anche "Tuscia"). I dialetti di questa zona sono definiti "paramediani", e presentano caratteristiche di transizione tra quelli della Toscana meridionale e quelli mediani veri e propri (romanesco, umbro).
Area che comprende Roma e le zone circostanti, con estensione alla zona costiera tra Civitavecchia e San Felice Circeo. In quest'area è parlato il dialetto romanesco che rientra insieme al toscano e al corso nel gruppo dei dialetti toscani e la varietà romana di italiano, con poche differenze allontandosi dalla Capitale. Il discorso è valido anche per le città di Latina, Sabaudia, Aprilia, Pontinia e in parte anche Cisterna di Latina, ove si è data vita al cosiddetto "Romanesco pontino". Nella zona di Latina vi è anche l'utilizzo (ma è in regresso) del dialetto veneto delle popolazioni stanziatesi dopo la bonifica delle paludi da parte del Regime Fascista.
Area orientale. Essa comprende la Provincia di Rieti principalmente. Il dialetto parlato è il "sabino", di caratteristiche "mediane". Questa parlata caratterizza anche parte della Provincia dell'Aquila contigua.
Area sud-orientale. Riguarda una piccola parte della Provincia di Roma e la parte delle Province di Frosinone e Latina appartenuta allo Stato Pontificio, con i comuni ad es. di Frosinone, Anagni, Fiuggi, Patrica e con quelli del versante "pontino" dei Monti Lepini ed Ausoni (es. Cori, Norma, Sezze, Priverno, Sonnino). Il dialetto parlato è il Ciociaro e anch'esso va inserito decisamente nei Dialetti mediani. Dell'antico Stato della Chiesa faceva parte anche Terracina, ove vi è una parlata che prevede molti elementi "mediani", ma che ha un sistema vocalico finale meridionale (che è presente anche in altri comuni).
Area meridionale. Corrisponde a quella parte delle Province di Frosinone e Latina appartenuta fino al 1927 alla Terra di Lavoro. La parlata di questa zona è di tipo meridionale, molto simile ai Dialetti campani, con qualche elemento linguistico, in forma minoritaria, in accordo con le parlate "mediane" (Ciociaro e Romanesco). In ogni caso, le differenze tra i vari dialetti di quest'area sono più marcate rispetto a quelle delle altre aree. Rileviamo nella zona costiera o nei suoi pressi (Gaeta, Formia, Sperlonga, Fondi ecc.) e in alcuni punti della zona interna (es. Cassino, San Giorgio a Liri) un sistema vocalico napoletano per ciò che concerne la vocale finale e a volte molisano-pugliese per le vocali interne, mentre altre parlate sempre di comuni della zona interna (Castelforte, Santi Cosma e Damiano, Minturno, Ausonia, e più a nord, Lenola) pur appartenendo ai Dialetti meridionali hanno un sistema vocalico simile ai Dialetti mediani. Nel centro storico di Gaeta si parla, sostanzialmente, il dialetto napoletano, poiché in esso risiedevano i funzionari amministrativi e militari del Regno di Napoli. Il napoletano è parlato anche nelle isole di Ponza e Ventotene.
Infine, va ricordato che nei capoluoghi di Provincia si sta comunque diffondendo la varietà romana di Italiano..
Gruppi dialettali:
I dialetti della regione Lazio sono classificati, tenendo conto la città di Roma che rappresenta una sorta di isola linguistica a se stante, entro cinque aree fondamentali:
Area nord. Corrisponde all'incirca all'attuale Provincia di Viterbo (comunemente detta anche "Tuscia"). I dialetti di questa zona sono definiti "paramediani", e presentano caratteristiche di transizione tra quelli della Toscana meridionale e quelli mediani veri e propri (romanesco, umbro).
Area che comprende Roma e le zone circostanti, con estensione alla zona costiera tra Civitavecchia e San Felice Circeo. In quest'area è parlato il dialetto romanesco che rientra insieme al toscano e al corso nel gruppo dei dialetti toscani e la varietà romana di italiano, con poche differenze allontandosi dalla Capitale. Il discorso è valido anche per le città di Latina, Sabaudia, Aprilia, Pontinia e in parte anche Cisterna di Latina, ove si è data vita al cosiddetto "Romanesco pontino". Nella zona di Latina vi è anche l'utilizzo (ma è in regresso) del dialetto veneto delle popolazioni stanziatesi dopo la bonifica delle paludi da parte del Regime Fascista.
Area orientale. Essa comprende la Provincia di Rieti principalmente. Il dialetto parlato è il "sabino", di caratteristiche "mediane". Questa parlata caratterizza anche parte della Provincia dell'Aquila contigua.
Area sud-orientale. Riguarda una piccola parte della Provincia di Roma e la parte delle Province di Frosinone e Latina appartenuta allo Stato Pontificio, con i comuni ad es. di Frosinone, Anagni, Fiuggi, Patrica e con quelli del versante "pontino" dei Monti Lepini ed Ausoni (es. Cori, Norma, Sezze, Priverno, Sonnino). Il dialetto parlato è il Ciociaro e anch'esso va inserito decisamente nei Dialetti mediani. Dell'antico Stato della Chiesa faceva parte anche Terracina, ove vi è una parlata che prevede molti elementi "mediani", ma che ha un sistema vocalico finale meridionale (che è presente anche in altri comuni).
Area meridionale. Corrisponde a quella parte delle Province di Frosinone e Latina appartenuta fino al 1927 alla Terra di Lavoro. La parlata di questa zona è di tipo meridionale, molto simile ai Dialetti campani, con qualche elemento linguistico, in forma minoritaria, in accordo con le parlate "mediane" (Ciociaro e Romanesco). In ogni caso, le differenze tra i vari dialetti di quest'area sono più marcate rispetto a quelle delle altre aree. Rileviamo nella zona costiera o nei suoi pressi (Gaeta, Formia, Sperlonga, Fondi ecc.) e in alcuni punti della zona interna (es. Cassino, San Giorgio a Liri) un sistema vocalico napoletano per ciò che concerne la vocale finale e a volte molisano-pugliese per le vocali interne, mentre altre parlate sempre di comuni della zona interna (Castelforte, Santi Cosma e Damiano, Minturno, Ausonia, e più a nord, Lenola) pur appartenendo ai Dialetti meridionali hanno un sistema vocalico simile ai Dialetti mediani. Nel centro storico di Gaeta si parla, sostanzialmente, il dialetto napoletano, poiché in esso risiedevano i funzionari amministrativi e militari del Regno di Napoli. Il napoletano è parlato anche nelle isole di Ponza e Ventotene.
Infine, va ricordato che nei capoluoghi di Provincia si sta comunque diffondendo la varietà romana di Italiano..
VESTI E ORNAMENTI ROMANI:
Mentre nel mondo moderno l'abbigliamento della donna si distingue nettamente da quello dell'uomo, in Roma la differenza non consisteva tanto nella foggia del vestire quanto piuttosto nei tessuti impiegati e nella varieta' dei colori. Anche le donne usavano la tunica, più lunga di quella maschile; su di essa indossano la "stola" che è la veste caratteristica della matrona romana, cosi come la toga è il costume nazionale degli uomini.Per uscire in pubblico, nei primi secoli dell'età repubblicana le matrone usavano gettare sulla stola un mantello quadrato di dimensioni piuttosto limitate,cui si va sostituendo, con il passar del tempo "la palla" ossia un grande manto rettangolare che, a differenza della toga maschile, copre entrambe le spalle; può essere lungo fino ai piedi, ma generalmente scende fin sotto fino alle ginocchia. In pubblico la donna talvolta si copre la testa con un lembo della palla; nei tempi antichi lo faceva sempre, poichè alla lana e ad al lino vanno sostituendosi nell'età imperiale i tessuti misti: lana e cotone; cotone e lino, come la seta che rappresenta il massimo dell'eleganza e della raffinezza. Anche nell'ambito dei colori c'e' una larga possibilita' di scelta: abilissimi tintori hanno creato tutta una gamma di sfumature che soddisfano qualsiasi esigenza.i GIOIELLI, la grande passione delle donne romane! Un tempo, nei primi secoli della repubblica, il lusso eccessivo delle vesti e degli ornamenti era severamente provato dai censori; allora l'austerita' e la semplicita' caratterizzavano ancora la vita del popolo romano. Poi vennero le grandi conquiste degli ultimi due secoli prima di Cristo e con le conquiste si operò una profonda trasformazione morale e materiale nella vita e nei costumi dei cittadini: la ricchezza e il lusso ebbero un enorme incremento, le leggi che ogni tanto venivano emanate dal senato per limitare le spese del vestiario, dei banchetti, degli ornamenti, rimanevano senza alcuna efficacia pratica: nessuno si curava di osservarle.La varietà degli ornamenti femminili è enorme: vi sono diademi di metallo prezioso, nastri ornati di gemme che si inseriscono tra i capelli; spille e fibbie in oro e argento; anelli con pietre preziose che si portano non solo alle dita delle mani, ma anche a quella dei piedi o intorno alla caviglia; braccialetti in oro massiccio; collane di perle e pendenti in smeraldo che adornano il collo ed il petto. Fra gli orecchini sono di gran moda i "Crotalia" e cioè dei pendenti doppi che hanno all'estremità una perla; quando la donna cammina, producono un piacevole tintinnio.
MASCHERA TIPICA:
il "Rugantino". Il suo nome deriva dal verbo romanesco "RUGA", cioè protestare con arroganza. Rugantino e' del Lazio; veste con un cappello rosso, alto tipo gendarme, ha un colletto plissettato, una giacca marrone, lunga, orlata di giallo, un panciotto rosso, calze a strisce orizzontali rosse e gialle, delle scarpe con fibbia. E' un attaccabrighe, spesso si vanta senza averne motivo, e' poltrone e crudele; anche quando prende dei ceffoni conserva il suo carattere linguaccione.
PIATTO TIPICO:
Per quanto ricca negli abbinamenti e nella sostanza, la cucina laziale, e qella romana in particolare, e' una cucina tendenzialmente povera. Nel senso che trae origini da tradizioni popolari, dove occorreva arrangiarsi con quel poco che offriva la terra per imbandire le tavole delle case e delle trattorie.Da sempre i romani hanno badato al sodo, concentrandosi su pietanze sostanziose. Nel basso Lazio, però, un bel piatto di formaggi freschi e mozzarella rappresenta un antipasto assai gustoso, così come, spostandosi in particolare nel frusinate, per cominciare è possibile farsi servire un bel PIATTO DI VERDURE MISTE GRIGLIATE.Nei primi piatti si nascondeva la vera essenza della cucina romana. Simbolo della romanità a tavola sono i bucatini alla matriciana, piatto a base di strutto, guanciale, pomodoro, peperoncino e pecorino. I BUCATINI CACIO E PEPE appartengono, alla tradizione delle borgate della capitale, cosi come gli gnocchi alla romana e la pajata.
Tra i secondi,il piatto più caratteristico della cucina laziale è l'Abbacchio alla cacciatora. E' servito sotto forma di spezzatino cotto al forno, aglio rosmarino, vino bianco, acciughe e peperoncino.
Passando al PESCE, piatto tipico della cucina laziale e' il BACCALA' IN GUAZZETTO ( filetti infarinati saltati in padella con un fondo di salsa di pomodoro, acciuga,olive e pinoli).
ASSESSORI:
Dalla primavera 2010 la Presidente della regione lazio è Renata Polverini, del popolo della liberta', che ha battuto alle Elezioni regionali 2010 la candidata del Partito Democratico, Emma Bonino.